• Maria Antonia Fama da grande avrebbe voluto fare la star dei musical di Broadway, cantando e ballando su strade lastricate di mattoncini dorati come quelle che portano al Regno di Oz. Ma dopo aver sbattuto tre volte le sue scarpette rosse, ha incontrato altri mondi incantati. Per lavoro ama scrivere per il teatro, parlare alla radio, organizzare eventi super glamour e interessanti, ma soprattutto recitare. Insomma, è una che fa un sacco di cose, o che dunque - come direbbero i suoi detrattori - non ne sa fare bene neanche una. (In realtà non lo direbbero i suoi detrattori, ma lo dice lei stessa per mettere le mani avanti facendo autoironia). Si occupa di teatro dell’oppresso; fa parte del Collettivo di professioniste dello spettacolo “Tutte a Casa”, con cui ha realizzato il social movie “Tutte a casa”. Ha lavorato alla radio, in tv, è autrice del libro e spettacolo “Diario di un precario (sentimentale)”, che ha vinto un sacco di premi (inutile che li elenchiamo tutti). Ha scritto i copioni di tanti spettacoli teatrali, in cui ha anche recitato. Insomma, come avrete capito, è una che se la canta e se la suona. Ma non diteglielo, ci dispiacerebbe farla rimanere male.

 
  • Marco Zordan è un attore eclettico, poliedrico, ingegnoso, stravagante. Ma soprattutto, bello. Peccato che non ne sia consapevole, perché sin da quando era adolescente nella sua casa avevano eliminato tutti gli specchi, per via della grossa superstizione che aleggiava in famiglia dopo che accidentalmente se ne era rotto uno poco prima dell’arrivo di una bolletta del gas particolarmente salata. Per questa ragione, Marco si vestiva e si preparava senza guardarsi, e quando usciva di casa incrociando moltissimi sguardi, credeva che guardassero sempre quello dietro di lui (non si è mai girato e dunque non ha mai scoperto che dietro non c’era nessuno). Ma non divaghiamo. Inconsapevole di essere bello si è subito buttato, in teatro, sui ruoli comici, giocandone diversi e con grande successo, vincendo molti premi come miglior attore non protagonista, che hanno fatto rosicare gli attori protagonisti. Una decina di anni fa, mentre entrava in una chiesa di Trastevere, non si è accorto di aver sbagliato l’ingresso, ma è rimasto comunque folgorato sulla via che portava alla platea, esclamando: “questo teatro da oggi sarà la mia casa”. Così vi si è quasi letteralmente trasferito – è qui che passa gran parte delle sue giornate, se lo state cercando – al Teatro Trastevere, rendendolo la casa di chi ama il teatro. Un luogo, caldo, intimo, accogliente, dove si respira una gentilezza antica, e persino le quinte dal palco sembrano dirti “provaci, salta su”. Nessuno ha mai rifiutato l’invito.

 

Ci presentiamo

Dal nostro incontro è nato questo spettacolo. Ecco chi siamo e i nostri segni particolari :)

 
  • Quando era piccolo, Michele D’Ignazio voleva fare Superman. Anzi, era proprio convinto di esserlo. Anche lui aveva il suo mantello da supereroe sulla schiena, solo che per cambiarsi non aveva bisogno di entrare nelle cabine telefoniche. Crescendo, il suo mantello è diventato invisibile. La cosa lo ha dapprima preoccupato molto, finché, scarabocchiando in camera sua sul diario, ha scoperto che un superpotere ce lo aveva davvero: quello di raccontare. Un giorno si è messo a scrivere “Storia di una matita” e da allora non è più riuscito a fermarsi. Ha conquistato un sacco di bambini, che lo adorano anche per la sua chioma riccioluta e gonfia (molti, dopo le presentazioni, gli chiedono di toccarla, se è vera, se usa il balsamo e da quanto tempo non li taglia). Oggi Michele pubblica libri per case editrici molto serie e di tutto rispetto, come Rizzoli. E questi libri mica li leggono solo i bambini italiani. “La trilogia di Babbo Natale”, iniziata con “Il secondo lavoro di Babbo Natale”, è stato tradotto in 12 lingue, alcune sconosciute. E dal suo autobiografico “Il mio segno particolare”, è nato un bellissimo spettacolo (modestamente parlando). Quando non scrive, legge, quando non legge ama incontrare i bambini nelle scuole (così non deve per forza fare l’adulto). D’estate gestisce una piccola locanda sull’alto Tirreno calabrese, dove ogni sera finisce a bere con gli amici che lo vengono a trovare da ogni dove.